domenica 22 settembre 2024

GITA A LAMPHUN: INCONTRO CON INSON WONGSAM - TRIP TO LAMPHUN: MEETING WITH INSON WONGSAM

VERSIONE AUDIO

[SCROLL DOWN FOR ENGLISH]

Domenica 15 settembre ho preso parte ad un tour a Lamphun organizzato dalla Lifelong Learning Payap University. Si è trattata di una gita davvero interessante e ricca di spunti tanto che le dedicherò due post.

In primo luogo voglio raccontarvi l'incontro con Inson Wongsam, artista nazionale thailandese, ora novantenne ma ancora in attività.  Il titolo di artista nazionale viene assegnato ogni anno dall'Ufficio della Commissione nazionale per la cultura della Thailandia, che riconosce importanti artisti thailandesi nell'area del patrimonio culturale immateriale come letteratura, belle arti, arti visive, arti applicate e arti dello spettacolo. 


L'incontro è presso la residenza museo Dhamma Park and Gallery a Lamphun, una sorta di parco costellato dalle sue sculture e da vari ambienti in cui sono esposte le sue opere.


L'appuntamento è presso la caffetteria e appena siamo entrati a colpirmi è una bellissima lambretta, decorata dall'artista, con vicino un pannello esplicativo. L'installazione ha lo scopo di celebrare il sessantesimo anniversario di uno straordinario viaggio che Inson intraprese a bordo di un antenato di questo scooter, partendo da Bangkok diretto a Firenze, attraversando paesi come il Pakistan e l'Afghanistan.

Il giovane artista voleva vedere con i suoi occhi i luoghi di origine del suo maestro Silpa Bhirasri la cui nazionalità di origine era italiana ovvero Corrado Feroci a cui ho già dedicato un post. 

Inson Wongsam è stato allievo di Feroci per molti anni e, come da lui affermato, deve tutto al grande maestro. In uno degli spazi espositivi è presente una scultura della testa del grande toscano, con fiori freschi ed incenso, ad indicare che l'omaggio è sicuramente rinnovato quotidianamente. 


Personalmente sono attratta dall'arte moderna e contemporanea ma so di non essere affatto esperta della materia. Sicuramente è stato emozionante trovarsi davanti ad un personaggio con una tale biografia. Quel viaggio infinito intrapreso nel 1963 non solo ha attraversato paesi come Afganistan, India, Pakistan, Turchia, Grecia e Italia, ma ha creato ovviamente un processo di conoscenze reciproche. Inson nel corso del viaggio continuava a produrre disegni e a venderli, arrivò a Firenze un anno e mezzo dopo la sua partenza, rimase qui tre mesi e poi si trasferì in Francia dove operò per tre anni. Dalla Francia poi intraprese il trasferimento a New York dove arrivò con un solo dollaro in tasca che evidentemente riuscì a spendere bene perchè rimase negli Stati Uniti otto anni. Una volta tornato in Thailandia si stabilì nei boschi nei pressi di Lamphun dove piantò un milione di piante di peperoncino per ricavarne un milione di baht. Ma la siccità di quell'anno fece morire tutte le piante, così Inson comprese che il suo destino era continuare a fare l'artista e non il coltivatore. 

E meno male perchè ancora oggi egli produce quadri ogni giorno, oltre agli schizzi per le sculture che vengono realizzate dai suoi collaboratori.


La filosofia di lavoro e di vita di Wongsam è ancora oggi la stessa: non smettere mai di evolversi ma  sempre fedele all'astrattismo. Come già scritto sopra non ho le competenze per una trattazione delle sue opere ma credo che anche la sua stessa vita sia di fatto arte, che si forma tramite la conoscenza, il viaggio, l'apertura ad altre culture e infine il rientro e la restituzione al suo luogo di origine. Inson Wongsam vive nei pressi di Lamphun e il Dharma Park and Inson Wongsam Art Gallery è aperto al pubblico. Nel parco ha collocato alcune sculture che aveva realizzato cinquanta anni fa per un progetto visionario che ne prevedeva la collocazione sott'acqua in una mostra visitabile con attività subacquea. Lo scopo era denunciare il riscaldamento climatico ma il progetto fu considerato irrealizzabile. 


In conclusione desidero ringraziare LIFELONG LEARNING PAYAP per l'iniziativa e invito a visitare il loro sito per conoscere tutte le attività in corso.

[ENGLISH VERSION]

On Sunday 15 September, I took part in a tour to Lamphun organised by Lifelong Learning Payap University. It was such an interesting and informative trip that I will dedicate two posts to it.

First, I want to tell you about my meeting with Inson Wongsam, a Thai national artist, now in his 90s but still active.  The title of national artist is awarded annually by the Office of the National Cultural Commission of Thailand, which recognises important Thai artists in the area of intangible cultural heritage such as literature, fine arts, visual arts, applied arts and performing arts. 

The meeting is at the Dhamma Park and Gallery museum residence in Lamphun, a kind of park dotted with his sculptures and various rooms displaying his works. The meeting is at the cafeteria and as soon as we enter, what strikes me is a beautiful lambretta, decorated by the artist, with an explanatory panel next to it. The purpose of the installation is to celebrate the 60th anniversary of an extraordinary journey that Inson undertook on board an ancestor of this scooter, leaving Bangkok on his way to Florence, passing through countries such as Pakistan and Afghanistan. The young artist wanted to see with his own eyes the places of origin of his master Silpa Bhirasri whose nationality of origin was Italian, namely Corrado Feroci to whom I have already dedicated a post. 

Inson Wongsam was a pupil of Feroci's for many years and, as he says, owes everything to the great master. In one of the exhibition spaces there is a sculpture of the great Tuscan's head, with fresh flowers and incense, indicating that the homage is certainly renewed daily. 

Personally, I am attracted to modern and contemporary art, but I know that I am by no means an expert on the subject. It was certainly exciting to be in front of a character with such a biography. That endless journey he undertook in 1963 not only passed through countries like Afghanistan, India, Pakistan, Turkey, Greece and Italy, but obviously created a process of mutual acquaintances. While travelling, Inson continued to produce drawings and sell them, arrived in Florence a year and a half after his departure, stayed here three months and then moved to France where he worked for three years. From France he then moved to New York where he arrived with only one dollar in his pocket which he evidently managed to spend well because he stayed in the United States for eight years. Once back in Thailand, he settled in the woods near Lamphun where he planted a million chilli plants in order to earn a million baht. But the drought that year caused all the plants to die, so Inson realised that his destiny was to continue being an artist and not a farmer. 

And thank goodness, because to this day he still produces paintings every day, as well as sketches for the sculptures that are made by his collaborators.

Wongsam's philosophy of work and life is still the same today: never stop evolving but always faithful to abstract art. As already written above, I do not have the expertise for a discussion of his works, but I believe that his life itself is in fact art, which is formed through knowledge, travel, opening up to other cultures and finally returning to its place of origin. Inson Wongsam lives near Lamphun and the Dharma Park and Inson Wongsam Art Gallery is open to the public. In the park, he has placed some sculptures he made fifty years ago for a visionary project that involved placing them underwater in an exhibition that could be visited with underwater activities. The aim was to denounce global warming but the project was considered unfeasible.

In conclusion, I would like to thank LIFELONG LEARNING PAYAP for the initiative and invite you to visit their website to learn about all their ongoing activities.

venerdì 23 agosto 2024

CHIANG MAI HISTORY MUSEUMS TOUR

Ascolta il post su Spotify

[SCROLL DOWN FOR ENGLISH]

 Il post precedente è stato dedicato ad un tour nella cultura Lanna organizzato da una eccellente guida: North's Chiang Mai. Dopo quella bellissima esperienza ho voluto fare anche il tour denominato Chiang Mai History Museums Tour e ovviamente ne è valsa davvero la pena.

North ci ha accompagnato nel percorso proposto dal museo sfruttando le diverse installazioni multimediali. La nostra guida ha raccontato con passione i diversi passaggi che hanno portato alla fondazione di Chiang Mai e del regno Lanna. Potremmo dire che non c'era una volta un re...ma ce ne erano tre! E' noto infatti che Chiang Mai fu fondata da re Mang Rai il 12 aprile del 1296, era un giovedì, e alla fondazione erano presenti il re di Sukhotai, Phaya Ruang e il re di Phayao, Phaya Ngam Muang. Non a caso la piazza principale di Chiang Mai è dedicata ai tre re, dominata dal monumento che li rappresenta tutti insieme.

Non potrei riuscire a sintetizzare tutta la storia di Chiang Mai e del regno Lanna, posso assicurarvi che il racconto che ne fa North coinvolge appieno. Quando di fronte al plastico della città vi illustrerà la mappa di Chiang Mai secondo i principi della Vastu Shastra finirete col guardare con occhi diversi le strade e le piazze che percorrerete con la prossima passeggiata. 






Infine una delle conseguenze di questo tour è stata la spinta all'acquisto del testo "Brief History of Lan Na: Northern Thailand from Past to Present" di Hans Penth, che sto leggendo con grande interesse.

[ENGLISH VERSION]

 The previous post was dedicated to a tour in the Lanna culture organised by an excellent guide: North's Chiang Mai. After that wonderful experience I also wanted to do the Chiang Mai History Museums Tour and of course it was really worth it. North took us through the museum's proposed tour using the various multimedia installations. Our guide passionately recounted the different steps that led to the founding of Chiang Mai and the Lanna kingdom. We could say that there was not once one king...but there were three! In fact, it is known that Chiang Mai was founded by King Mang Rai on 12 April 1296, it was a Thursday, and the king of Sukhotai, Phaya Ruang and the king of Phayao, Phaya Ngam Muang were present at the foundation. It is no coincidence that Chiang Mai's main square is dedicated to the three kings, dominated by the monument that represents them all together. I could not manage to summarise the entire history of Chiang Mai and the Lanna kingdom, but I can assure you that North's account of it is fully engaging. When she shows you the map of Chiang Mai according to the principles of the Vastu Shastra in front of the city model, you will end up looking at the streets and squares with different eyes on your next walk. 

Finally, one of the consequences of this tour was the urge to buy the text ‘Brief History of Lan Na: Northern Thailand from Past to Present’ by Hans Penth, which I am reading with great interest.






sabato 13 luglio 2024

Tour dei talismani Lanna - Tradizioni e credenze spirituali - Lanna Talismanic Tour - Spiritual Traditions and Beliefs

ASCOLTA SU SPOTIFY 

[SCROLL DOWN FOR ENGLISH]

Chiang Mai non finisce mai di sorprendere soprattutto se si hanno cuore e mente aperti e attenti per accogliere opportunità di conoscere la cultura locale. Da diverso tempo seguo su Facebook North's Chiangmai, una storica locale che periodicamente propone alcuni tour culturali per approfondire la conoscenza di aspetti particolari della capitale del regno Lanna.


Cogliendo l'occasione della visita di una collega di studi universitari insieme a suo padre e suo figlio hochiesto a North's una data extra per il suo tour intitolato
"Lanna Talismanic Tour - Spiritual Traditions and Beliefs", una occasione unica di visitare la straodinaria collezione privata del prof. Wiluck Sripasang, uno dei massimi esperti della cultura Lanna.


Lasciatemi scrivere che è stata un'esperienza eccezionale. Il professore per un paio di ore è stato a nostra completa disposizione fornendo spiegazioni dettagliate, pronto a rispondere ad ogni domanda e stabilendo un rapporto empatico con il giovane Lucas che si è dimostrato il più curioso e pronto fare tante domande.

La casa del professor Wiluck, in stile Lanna, accoglie le collezioni in varie stanze. Dapprima abbiamo incontrato il professore nel suo studio dopo le presentazioni ha chiesto ad ognuno di noi a cosa fossimo più interessati e in base alle nostre risposte abbiamo iniziato la visita dalla stanza degli amuleti. Una collezione straordinaria suddivisa in varie bacheche secondo la tipologia e lo stile. Qui sono conservati anche alcuni copricapo usati dagli sciamani, adornati con ossa di animali o zanne di tigre, su di uno vi è il teschio di una scimmia che una volta indossato permette di essere posseduto da uno spirito. Un'altra bacheca contiene alcuni talismani che in realtà sono corna di cervo deformi. Nel senso che non si utilizzano i palchi di corna normali, ma solo quelle deformi perchè contengono una particolare energia. Molto belli sono anche i talismani in avorio, alcuni molto elaborati.

Nella collezione non mancano ovviamente la serie di falli a cui vengono attribuite capacità di protezione da colpi di arma da fuoco. A molti dei talismani della tradizione Lanna viene attribuito il potere di affascinare e attrarre le persone amate. Una volta terminata la visita alla stanza dei talismani il professore ci ha condotto a visitare la collezione di stoffe e di oggetti in stoffa suddivisi per tipologie in base ai gruppi etnici di provenienza. 


La collezione appartiene alla moglie del professore che poi abbiamo incontrato brevemente. Una parte della collezione è dedicata alla principessa Dara Rasmi ultima principessa Lanna, una delle spose di Rama V.


In particolare siamo stati tutti colpiti dall'abito appartenuto alla figlia della principessa, morta all'età di tre anni. 

Un'altra stanza è dedicata alla collezione di spade e pugnali sia da cerimonia sia da combattimento. Lavorazioni particolari soprattutto per quanto riguarda i foderi, alcuni in legno, altri in avorio o argento.



L'ultima collezione è dedicata alle stoffe Yantra, che riportano disegni tradizionali normalmente riprodotti nei tatuaggi sacri. In questo caso il potere viene trasmesso dal contatto con la stoffa. La collezione prevede alcuni pezzi antichi e altri più recenti. A suggellare il clima amichevole che si è creato con il padrone di casa è stato il gesto del professore che ha regalato al giovane Lucas una delle stoffe, di grande valore, invitandolo a portarlo sempre con sè.


Come ultima sosta il professor Wiluck ci ha condotto nella stanza della cerimonia del thè ma senza fare la cerimonia. Ci ha spiegato che qui è solito fare la colazione alle cinque del mattino. Immancabile una straodinaria collezione di teiere e tazze, ma spicca anche la presenza di una grande moka per il caffè.



Prima di terminare la visita ad ognuno di noi viene regalato un talismano che rappresenta un uomo e una donna che si abbracciano simboleggiando l'amore universale. Salutato il professore abiamo raggiunto il ristorante del resort Lanna ricebarn insieme alla nostra guida North. Dopo un pranzo in vero stile Lanna prima di ripartire ci aspetta un'ultima sorpresa. North ci conduce al piano superiore dove è presente una collezione appartenente alla proprietaria del resort. Si tratta per lo più di strumenti da lavoro, ma anche di decorazioni tipiche normalmente collocate sui tetti delle case Lanna. 

Abbiamo trascorso alcune ore immersi nella cultura che ha caratterizzato la vita, la storia, l'arte di questa zona e che ancora è presente e viva nella Chiang Mai moderna.

Consiglio davvero questo tour organizzato da North, vi invito anche a seguire la sua pagina per conoscere gli altri tour a cui mi propongo anche io di partecipare.

[ENGLISH VERSION]


Chiang Mai never ceases to amaze, especially if one has an open heart and mind to welcome opportunities to learn about the local culture. For some time now I have been following on Facebook North's Chiangmai, a local historian who periodically offers cultural tours to learn more about particular aspects of the capital of the Lanna kingdom. Taking the opportunity of a visit by a fellow university student together with her father and son, I asked North's for an extra date on its tour entitled 'Lanna Talismanic Tour - Spiritual Traditions and Beliefs', a unique opportunity to visit the extraordinarily rich private collection of Prof. Wiluck Sripasang, one of the foremost experts on Lanna culture. Let me write that it was an exceptional experience. For a couple of hours, the professor was at our complete disposal, providing detailed explanations, ready to answer every question and establishing an empathetic relationship with young Lucas, who proved to be the most curious and ready to ask many questions. Professor Wiluck's Lanna-style house houses the collections in various rooms.

First we met the professor in his study after introductions he asked each of us what we were most interested in and based on our answers we started the tour from the amulet room. An extraordinary collection divided into various showcases according to type and style. Some headdresses used by shamans are also kept here, adorned with anmali bones or tiger tusks; on one is the skull of a monkey that when worn allows one to be possessed by a spirit. Another display case contains some talismans that are actually deformed deer antlers. In the sense that normal antlers are not used, but only deformed ones because they contain a special energy. Also very beautiful are the ivory talismans, some very elaborate. There is of course no shortage of phalluses in the collection, which are attributed with the ability to protect against gunfire. Many of the talismans in the Lanna tradition are attributed the power to charm and attract loved ones. Once the visit to the talisman room was over, the professor took us on a tour of the collection of textiles and cloth objects divided into types according to ethnic groups of origin. 

 The collection belongs to the professor's wife, whom we met briefly afterwards. Part of the collection is dedicated to Princess Dara Rasmi last Princess Lanna, one of the brides of Rama V. In particular, we were all struck by the dress that belonged to the princess's daughter, who died at the age of three. 

Another room is dedicated to the collection of swords and daggers for both ceremonial and combat use. Particular workmanship is evident in the scabbards, some in wood, others in ivory or silver.

The last collection is dedicated to Yantra cloths, with traditional designs normally reproduced in sacred tattoos. In this case, power is transmitted by contact with the cloth. The collection includes some antique pieces and some more recent ones. Sealing the friendly atmosphere created with the host was the professor's gesture of giving young Lucas one of the fabrics, of great value, as a present, inviting him to carry it with him at all times. As a final stop, Professor Wiluck led us to the tea ceremony room but without performing the ceremony. He explained that it is customary to have breakfast here at five in the morning. There is an extraordinarily large collection of teapots and cups, but also a large coffee mocha stands out. 

Before ending the visit, each of us is given a talisman representing a man and a woman embracing, symbolising universal love. After saying goodbye to the professor, we reached the restaurant of the Lanna ricebarn resort together with our guide North. After a lunch in true Lanna style before leaving, one last surprise awaits us. North takes us upstairs where there is a collection belonging to the owner of the resort. These are mostly work tools, but also typical decorations normally placed on the roofs of Lanna houses. 

We spent a few hours immersed in the culture that has characterised the life, history and art of this area and which is still present and alive in modern Chiang Mai.

I really recommend this tour organised by North, I also invite you to follow his page to find out about the other tours I am also planning to join.




domenica 4 giugno 2023

GIGANTI, CANNIBALI, BUFALI E SANGUE - GIANTS, CANNIBALS, BUFFALOES AND BLOOD


[SCROLL DOWN FOR ENGLISH]

Tutto inizia con una leggenda e come sempre se ne possono trovare diverse versioni, cerchiamo di darne una versione di sintesi. Quando il Buddha era ancora vivo si recò presso un villaggio di cui aveva avuto una visione notturna. Il villaggio era stato benedetto dal dio Brahma e dal dio Indra e dagli angeli che lo avevano riempito di oro e di argento. Camminando lungo le strade del villaggio Buddha però si accorse che erano praticamente vuote e chiese ad uno degli anziani cosa fosse successo. L'uomo interpellato rispose che le montagne a nord e a sud, oggi note come Doi Suthep e Doi Kham, erano abitate da due giganti, moglie e marito, che si nutrivano di esseri umani e così gli abitanti erano stati decimati. In altre versioni la coppia ha anche un figlio, quindi i giganti sarebbero stati tre. Buddha provò una grande compassione e decise di andare a parlare con i due giganti. In alcune versioni si riporta invece che i due giganti lo cercarono per mangiarselo e una volta incontratolo si lasciarono convertire. In ogni caso l'esito di questo incontro fu una trattativa finalizzata a mettere fine alla carneficina della popolazione. I giganti chiesero di poter mangiare in sostituzione una persona al mese, ma la risposta del Budda fu no, allora una all'anno ma la risposta fu ancora no. I due giganti allora pensarono di chiedere di poter mangiare due bufali all'anno. Budda non rispose nè in senso positivo nè negativo. Così i due mostri compresero che per aver accesso agli insegnamenti del Budda non avrebbero mai più dovuto nutrirsi di esseri umani. Ricevettero la benedizione di Budda, che consegnò loro i cinque precetti prima di andarsene. Da allora nel nono mese del calendario lunare viene organizzata una festa nella foresta per offrire il bufalo ai due giganti. Ad oggi la festa si svolge ai piedi del Doi Kham, in una radura facilmente accessibile in motorino o auto. Alle prime luci dell'alba viene ucciso un bufalo, che deve essere il più bello e in forma del villaggio, il più anziano tra quelli che non hanno mai montato, con un nuovo paio di corna, che non abbia mai combattuto, un bufalo d'acqua di colore nero. L'uccisione del bufalo non avviene pubblicamente.


Io sono arrivata nel sito alle sette del mattino, c'erano meno di trenta persone, il corpo dell'animale era già collocato all'interno di un recinto. La carcassa è su una pedana in legno, rivestita da teli di plastica, leggermente rialzata dal terreno. E' intera con ancora la pelle, ma squartata, in un anfora verrà versato il sangue e in due latte le interiora, lavorate e credo cucinate. Di fianco alla piattaforma è collocata una struttura dove sono appesi una sorta di ghirlanda con due grossi pezzi di carne, diversi contenitori in bambù che verranno riempiti di alcool, probabilmente un whiskey locale.

Nell'ambito del recinto sono collocate delle strutture in legno, sono dodici, su ognuna è riportata una scritta che però non riesco a comprendere. In ognuna è collocata un'offerta di frutta e cibo vario. Un anziano laico all'interno del recinto recita alcune preghiere, leggendole su una sorta di taccuino, molto consunto e che tratta con molti riguardi. Intanto la carcassa si riempie di mosche e qualche farfalla, a tratti, secondo la direzione del vento, si comincia a sentire anche un po' di odore. Nel frattempo sono arrivate molte persone. Sono praticamente l'unica farang, poi arriverà un gruppetto di giovani, una quindicina, ma andranno via in breve credo siano arrivati per sbaglio. Sotto un gazebo sono collocati dei monaci che guideranno la prima parte del rito. Poco oltre un altro gazebo ospita delle suore. A questo punto manca solo il Buddha  o meglio la sua rappresentazione pittorica. 
In distanza si iniziano a sentire i suoni del corteo che trasporta la cassa contenente il Prah Poth, un lungo stendardo in tessuto in cui è raffigurato Buddha. La cassa è trasportata a spalla, accompagnata da un lungo corteo di danzatrici e uomini e donne che si aggiungono alla folla di fedeli che nel frattempo è aumentata. Gli uomini posizionano la cassa ai piedi dell'albero più alto, accolta dai canti dei monaci, mentre un monaco anziano la benedice con acqua benedetta.












Occorrono circa venti minuti per completare le operazioni per innalzare lo stendardo. La folla rimane in silenzio, non ci sono applausi o altre manifestazioni di giubilo o devozione, solo mani giunte e "Satun, satun, satun".



















Ora non resta che attendere l'arrivo dei giganti. Il medium è all'interno di un piccolo sala, non aperto al pubblico. Le due orchestre suonano musica thailandese tradizionale, al ritmo di tamburi e cembali. Ed ecco uscire il medium in stato di trance, posseduto dallo spirito femminile di Yaa Saeh. Camicia e bandana bianche e una lunga gonna in seta con disegno tradizionale. Yaa Saeh cammina sostenuta da due aiutanti e si ferma di fronte ad ognuna delle strutture in legno, probabilmente per accogliere simbolicamente le offerte in esse contenute.

Quando si volta e cammina verso di noi ci saluta con la mano, il viso ha un'espressione dolce, non emette suoni nè articola parole.

Dopo questo giro, torna all'interno del sala. Ancora un po' di attesa e fa la sua comparsa un barcollante Pu Saeh. Si dirige verso il bufalo sostenuto dagli aiutanti, gli appendono al collo i due pezzi di carne tenuti insieme da un cordoncino e i contenitori di bambù con il liquore, sale sulla pedana e praticamente cade seduto sulla schiena del bufalo.







 Si porta alla bocca uno dei pezzi di carne e con un morso ne stacca un pezzo. Mette le mani nella ciotola contenente le interiora, ma sembra riluttante, poi apre una giara e immerge le mani nel sangue, si porta la mano a cucchiaio alle labbra e ne beve, poi si passa le mani sul volto e sulla bandana bianca.











Poi di nuovo morde la carne e ricomincia il giro. Si aiuta bevendo il liquore dai contenitori di bambù, anch'essi appesi al collo.





Poi a fatica si alza, si avvicina alla staccionata e saluta uno ad uno i presenti, ponendo una mano sulla loro testa. Quando arriva di fronte a me sembra collassare e si siede per terra, i pezzi di carne strisciano sul terreno, ma ugualmente li afferra e li morde.


Lo aiutano a rialzarsi, ma dopo un paio di passi cade di nuovo. Infine si rialza e torna verso il bufalo, si siede di nuovo a cavalcioni e ricomincia di nuovo il ciclo precedente, ma questa volta assaggia anche le interiora. A questo punto Pu Saeh chiede dell'acqua, gli aiutanti sembrano esserne sorpresi ma prontamente arriva una bottiglietta di plastica, non un contenitore di bambù.

Infine Pu Saeh si alza e sempre sorretto si reca a rendere omaggio all'immagine del Buddha, quindi ritorna al sala. I fedeli iniziano ad abbandonare il luogo, alcuni raccolgono i petali di fiori che sono stati lanciati nel momento dell'innalzamento dello stendardo.

Altri utilizzano acqua benedetta per benedirsi. Lo stand più affollato è quello che distribuisce copia in miniatura dello stendardo, non c'è scritta nessuna cifra, vedo gli altri consegnare 20 bhat e così faccio anche io. Rapidamente la folla si disperde, la maggior parte in direzione del wat doi kham e della strada principale. Non sono in grado di quantificare con precisione il numero dei presenti, ma credo almeno più di mille persone. 

Ci tenevo molto ad assistere a questo rito, ne avevo avuto notizia l'ultima volta che era stato celebrato in forma pubblica, ma non ero riuscita ad andare. Poi negli anni del covid il rito si è svolto in forma aperta solo ai rappresentanti istituzionali. E' stata una esperienza notevole, mi è già capitato in altri post di citare il lavoro dell'antropologo Pattana Kitiarsa, Beyond Syncretism: Hybridization of Popular Religion in Contemporary Thailand, in cui teorizza l'ibridizzazione dei sistemi religiosi presenti in Thailandia. Assistere a questo rituale così articolato è stato come vedere il testo del professor Pattana in tre dimensioni. Pratiche animistiche che si fondono con devozioni e riti buddisti.

[ENGLISH VERSION]

 It all starts with a legend and as always there are several versions of it, let us try to give a summary version. When the Buddha was still alive he went to a village of which he had had a night vision. The village had been blessed by the god Brahma and the god Indra and angels who had filled it with gold and silver. Walking along the village streets however Buddha noticed that they were practically empty and asked one of the elders what had happened. The man asked replied that the mountains to the north and south, now known as Doi Suthep and Doi Kham, were inhabited by two giants, husband and wife, who fed on humans and so the inhabitants had been decimated. In other versions, the couple also had a son, so there would have been three giants. Buddha felt great compassion and decided to go and talk to the two giants. Some versions report instead that the two giants sought him out to eat him and once they met him, they allowed themselves to be converted. In any case, the outcome of this meeting was a negotiation aimed at putting an end to the slaughter of the population. The giants asked if they could eat one person a month as a substitute, but the Buddha's answer was no, then one a year but the answer was still no. The two giants then thought of asking to be allowed to eat two buffaloes a year. Buddha answered neither positively nor negatively. So the two monsters realised that in order to gain access to the Buddha's teachings they would never have to feed on humans again. They received the Buddha's blessing and he gave them the five precepts before leaving. Since then, a festival has been held in the forest in the ninth month of the lunar calendar to offer the buffalo to the two giants. To this day, the festival takes place at the foot of Doi Kham, in a clearing easily accessible by moped or car. At first light, a buffalo is killed, which must be the best-looking and fittest buffalo in the village, the oldest one, with a new pair of horns, that has never fought, a black water buffalo. The killing of the buffalo does not take place publicly. I arrived at the site at seven o'clock in the morning, there were less than thirty people, the body of the animal was already placed inside an enclosure. The carcass is on a wooden platform, covered with plastic sheeting, slightly raised from the ground. It is whole with the skin still on, but quartered; in an amphora the blood is poured and in two cans the entrails, processed and I think cooked. Next to the platform is a structure where a sort of garland is hung with two large pieces of meat, several bamboo containers that will be filled with alcohol, probably a local whiskey. Within the enclosure there are wooden structures, there are twelve of them, on each one there is an inscription which I cannot understand.  In each one is placed an offering of fruit and various foods. An elderly layman inside the enclosure recites a few prayers, reading them in a sort of notebook, which is very worn and which he treats with much care. In the meantime, the carcass fills with flies and a few butterflies, at times, depending on the direction of the wind, one even begins to smell something. In the meantime, many people have arrived. I am practically the only farang, then a small group of young people arrive, about fifteen, but they leave shortly, I think they arrived by mistake. Under a gazebo are monks who will lead the first part of the ritual. A little further on another gazebo houses nuns. At this point only the Buddha, or rather his pictorial representation, is missing. In the distance one begins to hear the sounds of the procession carrying the chest containing the Prah Poth, a long cloth banner depicting Buddha. The chest is carried on the shoulders, accompanied by a long procession of dancers and men and women who join the crowd of worshippers that has meanwhile grown. The men place the chest at the foot of the tallest tree, greeted by the chants of monks, while an elderly monk blesses it with holy water. It takes about twenty minutes to complete the operations to raise the banner. The crowd remains silent, there is no applause or other expressions of jubilation or devotion, just joined hands and 'Satun, satun'. Now all that remains is to await the arrival of the giants. The medium is inside a small hall, not open to the public. The two orchestras play traditional Thai music, to the rhythm of drums and cymbals. And out comes the medium in a trance-like state, possessed by the female spirit of Yaa Saeh. White shirt and bandana and a long silk skirt with a traditional pattern. Yaa Saeh walks supported by two helpers and stops in front of each of the wooden structures, probably to symbolically receive the offerings they contain. When she turns and walks towards us she waves to us, her face has a gentle expression, she does not make sounds or articulate words. After this turn, he goes back inside the hall. Some more waiting and a staggering Pu Saeh makes his appearance. He makes his way to the buffalo supported by the helpers, hangs the two pieces of meat held together by a string and the bamboo containers with liquor around his neck, climbs onto the platform and practically falls down sitting on the buffalo's back. He brings one of the pieces of meat to his mouth and with a bite takes a piece out. He puts his hands in the bowl containing the entrails, but seems reluctant, then opens a jar and dips his hands in the blood, brings his hand to his lips and drinks from it, then runs his hands over his face and over the white bandana. Then again he bites into the flesh and starts the round again. He helps himself by drinking the liquor from the bamboo containers, which also hang around his neck.  Then with difficulty he gets up, approaches the fence and greets those present one by one, placing a hand on their heads. When he arrives in front of me he seems to collapse and sits on the ground, the pieces of meat crawl on the ground, but still he grabs them and bites them. They help him up, but after a couple of steps he falls again. Finally he gets up and goes back to the buffalo, sits back on his back and starts the previous cycle again, but this time he also tastes the entrails. At this point Pu Saeh asks for water, the helpers seem to be surprised but promptly a plastic bottle, not a bamboo container, arrives. Finally Pu Saeh gets up and, still supported, goes to pay homage to the Buddha image, then returns to the hall. The worshippers begin to leave the place, some picking up the flower petals that were thrown when the banner was raised. Others use holy water to bless themselves. The most crowded stand is the one handing out miniature copies of the banner, no figure is written on it, I see the others handing out 20 bhat and so do I. Quickly the crowd disperses, most in the direction of wat doi kham and the main street. I cannot accurately quantify the number of people present, but I think at least more than a thousand. 

I really wanted to attend this ritual, I had heard about it the last time it was celebrated in public, but I had not been able to go. Then in the covid years the rite was held in an open form only for institutional representatives. It was a remarkable experience, I have already mentioned in other posts the work of anthropologist Pattana Kitiarsa, Beyond Syncretism: Hybridization of Popular Religion in Contemporary Thailand, in which he theorises the hybridisation of religious systems in Thailand. Watching this articulated ritual was like seeing Professor Pattana's text in three dimensions. Animistic practices merging with Buddhist devotions and rituals.

martedì 30 maggio 2023

CHIANG MAI GAY PRIDE 2023 - BEYOND THE GENDER

ASCOLTA LA VERSIONE AUDIO SU SPOTIFY

 [SCROLL DOWN FOR ENGLISH]

Sabato 28 maggio ha avuto luogo il primo gay pride a Chiang Mai dopo l'era Covid-19. La colorata parata si è data appuntamento presso il Chiang Mai Religion Practice Center. Qui la comunità si prepara, trucca e organizza. Il corteo prende forma e inizia il suo percorso suddiviso in diversi spezzoni, ognuno gestito dalle diverse componenti del variegato universo LGBTQ+. 


Alla testa il banner ufficiale, seguito dalla banda musicale della scuola Yupparaj Wittaialay. Ci sono vari gruppi di ladyboy, molti pubblicizzano locali e shows. Una presenza importante è quella di MPlus Foundation che quest'anno festeggia i venti anni di attività e impegno nella prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale e a campagne informative su HIV e AIDS. 



Una realtà che ha davvero contribuito in modo determinante nel raggiungimento di determinati traguardi e a cui forse andrebbe dedicato un post, magari succederà in futuro.  Sfila anche una rappresentanza di sex worker che rivendicano dignità per la loro professione.

Vale la pena sottolineare che nei programmi di quasi tutti i partiti politici, nelle recenti elezioni, sono presenti proposte di legge per la regolamentazione del settore.
Una piccola porzione è quella del Sapphic pride, seguita dalla rappresentanza di disabili e da quella dei Cristiani al pride.

"Christians at pride!" e non "Christians pride", se le parole sono importanti la sensazione che ne ricavo è che non si sentano parte integrante della comunità. Alcuni gruppi rivendicano l'approvazione di una legge che regolamenti il matrimonio tra persone dello stesso sesso. A chiudere il corteo un gruppo di partecipanti evidentemente non legato ad associazioni o attività imprenditoriali. Non sono molti e la maggior parte di loro sono stranieri.

Il corteo percorre strade con poche persone ad attenderlo, tra l'altro non sono state chiuse al traffico e in alcuni tratti i manifestanti sono costretti a fare slalom tra le auto.

Quando si arriva a porta Tapae la piazza è piena e l'ingresso delle varie componenti è accolto da applausi e manifestazioni di gioia. In piazza sul palco si succedono momenti di spettacolo e rivendicazioni, celebrazione di simbolici matrimoni. Ma non è possibile chiudere questo racconto senza citare un personaggio carismatico, da sempre in prima fila nella rivendicazione del riconoscimento dei diritti umani, Sirisak Chaited “Ton”,  che lavora coraggiosamente per proteggere i diritti delle persone LGBTIQ+ e dei sex worker in Thailandia. Negli anni scorsi, Ton si è unito alle proteste dei giovani a favore della democrazia a Chiang Mai, durante le quali ha parlato coraggiosamente chiedendo uguaglianza, giustizia e vera democrazia.

[ENGLISH VERSION]

 On Saturday 28 May, the first gay pride in Chiang Mai after the Covid-19 era took place. The colourful parade met at the Chiang Mai Religion Practice Centre. Here the community prepared, made-up and organised. The procession takes shape and starts its route divided into several sections, each run by the different components of the diverse LGBTQ+ universe. At the head is the official banner, followed by the Yupparaj Wittaialay school band. There are various ladyboy groups, many advertising clubs and shows. An important presence is that of the MPlus Foundation, which this year celebrates twenty years of activity and commitment to the prevention of sexually transmitted diseases and information campaigns on HIV and AIDS. A reality that has really contributed in a decisive way in achieving certain goals and to which perhaps a post should be dedicated, hopefully in the future.  Also on the parade was a representation of sex workers claiming dignity for their profession. It is worth noting that in the programmes of almost all political parties, in the recent elections, there are proposals for laws to regulate the sector. A small portion is Sapphic pride, followed by the representation of disabled people and Christians at pride. 'Christians at pride!' and not 'Christians pride', if words are important the feeling I get is that they do not feel an integral part of the community. Some groups demanded the passing of a law regulating same-sex marriage. Closing the procession is a group of participants evidently not linked to associations or businesses. They are not many and most of them are foreigners. The procession travels along streets with few people waiting for it, among other things they have not been closed to traffic and in some sections the demonstrators are forced to slalom between cars. When they arrive at Tapae Gate, the square is full and the entrance of the various components is greeted by applause and expressions of joy. On the stage in the square, moments of spectacle and demands follow one another, and symbolic marriages are celebrated. But it is not possible to close this story without mentioning a charismatic character who has always been at the forefront of the demand for the recognition of human rights, Sirisak Chaited 'Ton', who works courageously to protect the rights of LGBTIQ+ people and sex workers in Thailand. In recent years, Ton joined pro-democracy youth protests in Chiang Mai, during which he courageously spoke out demanding equality, justice and true democracy.





GITA A LAMPHUN: INCONTRO CON INSON WONGSAM - TRIP TO LAMPHUN: MEETING WITH INSON WONGSAM

VERSIONE AUDIO [SCROLL DOWN FOR ENGLISH] Domenica 15 settembre ho preso parte ad un tour a Lamphun organizzato dalla Lifelong Learning Payap...